LIBRI E BIBLIOTECHE NELL'ANTICA TIBUR
I. TESTIMONIANZE E DOCUMENTI DELL'ARTE LIBRARIA ANTICA
12.000 anni fa
Il legame di Tivoli con la tradizione letteraria e scrittoria è eccezionalmente antico.
L'uso della scrittura a Tivoli è rintracciabile sin dalle origini, grazie ai reperti antichissimi, che testimoniano quasi tutte le epoche.
- Nella Grotta Polesini, vi sono dei graffiti che risalgono al Paleolitico: un canide graffito su di un ciottolo e vari altri animali incisi su ossa e lastrine di travertino, seguendo uno "stile" essenzialmente "naturalistico".
- Un altro insediamento ricco di reperti con graffiti si trova a Porta Neola (San Vittorino), nei quali la tecnica decorativa adottata consiste in bande di puntini incisi, racchiusi in meandri.
VIII-IV secolo a.C
Molte testimonianze risalenti all'età del bronzo sono state trovate nel territorio di Colle S.Angeletto sulla Via Maremmana Inferiore. Tra esse, un'iscrizione arcaica risalente alla fine del IV sec. a.C., la più antica dell'area tiburtina, giacchè il famoso cippo dell'Acquoria, conservato al Museo Nazionale di Roma, è datato almeno un secolo dopo.
II secolo a.C.
La città di Tivoli ebbe un periodo di rinnovata e straordinaria vitalità sul piano urbanistico, culturale, economico e commerciale. A questo periodo risale la Biblioteca del Santuario d'Ercole Vincitore, una delle ventotto biblioteche pubbliche più importanti dell'antichità.
- In età classica, la biblioteca "(...) in Herculis templi satis commode instructa" era molto frequentata, giacchè gli studiosi vi potevano trovare quanto di meglio, in lingua greca e latina, si reperisse allora, tra cui libri celeberrimi come quelli di Aristotele.
- Il santuario d'Ercole Vincitore a Tivoli costituisce uno degli esempi più noti, in ambito laziale, del modello architettonico teatro-tempio, cui si collegano il Museo e la Biblioteca.
- L'alta società romana della tarda età repubblicana e del periodo imperiale fece di Tivoli un centro di villeggiatura alla moda, sicchè la città divenne una propaggine dell'ambiente politico e culturale romano.
- Le testimonianze epigrafiche di Tivoli ci conservano, fra gli apparitores municipales o ufficiali subalterni dei magistrati tiburtini, il ricordo di vari scribae rei publicae.
- Augusto, è noto, soleva amministrare la giustizia "in porticibus Herculis templi" (Svetonio).
- La Biblioteca del Santuario d'Ercole Vincitore fu l'ultima a scomparire quando, nel IV secolo, tutte le biblioteche romane ormai erano in disuso.
II secolo d.C.
Senza dubbio la più nota biblioteca privata di età imperiale, fu quella dell'imperatore Adriano.
Nella villa imperiale, sono almeno due le biblioteche sinora identificate con certezza.
- Al centro del portico meridionale del palazzo si apre un grande ambiente, nel quale la presenza di otto nicchie rettangolari alle pareti costituisce la caratteristica più evidente della sua destinazione. Questa grande sala, provvista di nicchia absidata sul lato di fondo, ha ispirato la ricostruzione di una biblioteca romana nel Museo della Civiltà Romana EUR-Roma, che accoglie nelle nicchie, con appositi scaffali, le riproduzioni degli oggetti destinati alla scrittura e alla lettura nel mondo antico.
- Tutti gli oggetti sono stati eseguiti dal Laboratorio-Museo Didattico del Libro Antico dal 1979 al 2001.
continua:
II. La Biblioteca del Convento di Santa Maria Maggiore